Il SOVRALLENAMENTO – UNA CONDIZIONE PSICOFISICA NEGATIVA DA NON SOTTOVALUTARE

La sindrome da sovrallenamento (overtraining), o semplicemente sovrallenamento, è una condizione di squilibrio psicofisico che colpisce prevalentemente gli atleti agonisti, ed è caratterizzata da segni e sintomi come dolori muscolari, affaticabilità ed alterazioni ormonali, a cui si associa una riduzione delle prestazioni sportive. Il sovrallenamento tende a prolungarsi per periodi di molte settimane o mesi, a differenza dell’overreaching, che mostra segni e sintomi molto simili ma regredisce dopo alcuni giorni o poche settimane di riposo o riduzione dei carichi di allenamento. L’overreaching non rappresenta necessariamente una condizione negativa per l’atleta. Può infatti essere l’effetto di un periodo di allenamento impegnativo che, pur provocando un temporaneo affaticamento, potrà successivamente garantire miglioramenti importanti nelle capacità fisiche e quindi nelle prestazioni. Si parla in questo caso di overreaching funzionale. L’overreaching cosiddetto non funzionale è invece una condizione di overreaching indesiderata e senza risvolti utili, causata da errori nella programmazione dell’allenamento ed eventuali fattori concomitanti, che se trascurata può cronicizzarsi, rappresentando l’anticamera del sovrallenamento.

Come si manifesta? Il sovrallenamento si manifesta attraverso una serie molto ampia di segni e sintomi, la cui presenza ed intensità varia da caso a caso. Molto spesso si riscontra una diminuzione delle capacità fisiche e della prestazione, sia in gara che in allenamento. L’atleta tende ad affaticarsi maggiormente a parità di sforzo, ad accusare stanchezza e dolori muscolari nei giorni successivi agli allenamenti oltre ad irritabilità, scarsa motivazione e disturbi del sonno. A ciò possono accompagnarsi una diminuita efficienza del sistema immunitario e quindi una maggiore suscettibilità ad infezioni, variazioni di alcuni indicatori fisiologici come la frequenza cardiaca a riposo e durante l’esercizio, e alterazioni di parametri ormonali e biochimici misurabili attraverso gli esami del sangue. Molti di questi segni e sintomi possono evidenziarsi anche in seguito ad altre problematiche o condizioni patologiche, ed anche per questo è fondamentale che il sovrallenamento sia diagnosticato da un medico specializzato.

Le cause del sovrallenamento. Le cause possono essere molteplici e spesso si sommano tra loro. In primo luogo, il sovrallenamento è dovuto ad un periodo di allenamento eccessivamente intenso rispetto alle capacità dell’atleta, o alla mancanza di sufficienti periodi di recupero. Fasi di stress legate all’attività agonistica ma anche alla vita personale dell’atleta possono contribuire all’insorgenza del sovrallenamento, così come un’eccessiva monotonia e ripetitività dell’allenamento, ed un’alimentazione inadeguata alle necessità dell’atleta

Rimedi e prevenzione. Quando si verifica il sovrallenamento, il principale rimedio è un prolungato periodo di riposo o di allenamento molto blando. Può inoltre essere indicata dal nutrizionista una opportuna strategia di integrazione alimentare, o nei casi più estremi prescritta dal medico una cura farmacologica se ritenuta utile in base alla specifica situazione. Il sovrallenamento si risolve spesso in modo efficace e senza conseguenze permanenti, ma i tempi di recupero sono molto lunghi e tali da tenere lontano l’atleta dalle competizioni anche per un’intera stagione. È quindi fondamentale fare tutto il possibile per evitare l’insorgenza del sovrallenamento, ponendo attenzione alle potenziali cause. Per la prevenzione del sovrallenamento, è necessario programmare in modo corretto gli allenamenti ed il recupero, curare il sonno e l’alimentazione, variare per quanto possibile le tipologie e le caratteristiche degli allenamenti. Inoltre, è fondamentale non sottovalutare mai eventuali segnali legati ad un affaticamento eccessivo ed inspiegato. Questi possono riflettere un overreaching non funzionale, suggerendo la necessità di un immediato periodo di riposo, il quale permetterebbe in molti casi all’atleta di tornare in condizioni normali e di evitare che la condizione di squilibrio si prolunghi sfociando così nel sovrallenamento.