Cus Bologna, la leggenda Betty Vuk

Venticinque anni compiuti non dà molto, essendo nata a Tolmezzo (Udine), in Friuli, il 7 luglio 2000. Nelle ultime tre stagioni campionessa d’Europa universitaria nella specialità del judo. Nessuno come Betty Vuk che, per il CUS Bologna, è qualcosa più di un’icona. È la campionessa, la ragazza delle missioni impossibili. La donna capace di andare sempre e comunque oltre l’ostacolo, grazie al talento e ai sacrifici che, nel corso degli anni, l’hanno resa una delle più forti judoka italiane.

Betty è uno degli esempi più fulgidi e brillanti dell’Alma Mater Studiorum, perché una delle studentesse che ha scelto la strada della doppia carriera (dual-career), l’opportunità che offre Unibo ai campioni dello sport che intendano comunque portare avanti la carriera accademica. Betty è una di queste: prima Scienze Politiche e poi la specializzazione in Criminologia. Studi portati avanti con grande passione che non le hanno impedito di essere una certezza in ambito CUS Bologna. Betty si presenta agli Europei e ritorna a casa con un a medaglia d’oro al collo.

Una leggenda e un esempio. La grandezza di Betty, che è diventata così, tra un esame brillantemente superato e un podio, un punto di riferimento per tutto lo sport biancorosso.

Forte, ma umile, determinata, ma con la testa sulle spalle. Dopo aver vinto il terzo europeo, a Varsavia, Vuk si è raccontata così. “Penso - le parole di Betty - sia stata una delle gare più difficili della mia vita, non per difficoltà tecnica o fisica delle mie avversarie. Bensì per la mia condizione fisica e mentale. È stata una gara contro me stessa, ho bisogno di un po’ di tempo per metabolizzare la giornata. Ma non possono non ringraziare il CUS Bologna per la grande opportunità e per la fiducia che mi ha concesso nel tentativo, riuscito, di potermi confermare”.

Tra i più felici, e prodigo di ringraziamenti per il mondo Alma Mater, Fabio Fabbroni, team manager del judo del CUS Bologna nonché responsabile tecnico:

“È stata una giornata faticosa per un risultato per nulla scontato - dice Fabbroni -. Betty veniva da un periodo di fermo forzato ed era al rientro. E confermarsi non è mai facile. Ma alla fine l’oro è arrivato, assieme a una bella iniezione di fiducia. Per i Campionati Nazionali Universitari ho puntato su una squadra giovane, e questa sarà la via che darà i frutti, spero, a partire dal 2026. Ringrazio il CUS Bologna per il supporto e l’opportunità, così come i progetti dell’Università di Bologna dedicati alla doppia carriera, fondamentali per permettere ad atleti come Betty di continuare a crescere, dentro e fuori dal tatami".

Album

Eusa
Eusa
Eusa
Eusa
Eusa
Eusa