BRIDGE, LO SPORT DELLA MENTE

L’Unesco e numerosi Ministeri dell’Istruzione hanno riconosciuto il valore formativo del bridge e dal 1993 è entrato a far parte delle discipline associate al CONI. Perché praticare questo sport? Perché sviluppa la logica, la velocità di decisione, le capacità strategiche e stimola la creatività. È un esercizio per la mente e l’attività mentale è una componente indispensabile nella vita.

A chi è rivolto

Eccellente per le menti di uomini e donne senza limiti di età. Si può cominciare da molto piccoli o da molto grandi. È un gioco che permette di unire le diverse generazioni, in quanto è frequente vedere giocare allo stesso tavolo ragazzi sotto i 18 con a giocatori sopra i 70. Per i più piccoli questa disciplina insegna a memorizzare, concentrarsi e ragionare. È uno sport adatto agli studenti perché aiuta ad avere risultati migliori nelle scienze matematiche, ma anche in letteratura e arte in quanto sviluppa il pensiero critico e deduttivo. Aspetto importante è che nel bridge non esistono barriere e questo permette anche a persone con disabilità fisiche di competere con altri giocatori senza alcuna differenza e con uguali possibilità. Il Bridge può essere giocato ad ogni livello, in qualsiasi momento, ovunque: allena la mente, unisce e azzera le diversità. 

In cosa consiste

Il bridge è un gioco di carte diffuso in tutto il mondo (60 milioni di giocatori, praticato in 130 paesi di tutti i continenti); gode di una buona reputazione grazie al lavoro della Federazione che ha avvicinato il bridge ai principi di integrità sportiva, allontanandolo dal mondo dell’azzardo. Si può praticare a livello agonistico giocando campionati, tornei nazionali e internazionali, mondiali o olimpiadi (per gli studenti universitari la FISU organizza Campionati del Mondo di Bridge), oppure a livello amatoriale.
E’ un gioco di carte a cui partecipano quattro giocatori che formano due coppie contrapposte. Esistono due fasi del gioco:

  • la dichiarazione, che termina con un contratto dove le due coppie dichiarano di conseguire un determinato numero di prese con un determinato seme
  • il gioco della carta vero e proprio


Per praticare il bridge agonistico occorrono: resistenza, concentrazione e una buona preparazione psicofisica per resistere alla fatica e allo stress (le gare durano dai 5 ai 15 gg consecutivi, per max 12 ore giornaliere, con sessioni di circa 3 ore senza intervallo). In questo gioco la mente viene costantemente sottoposta ad esercitazioni di calcolo delle probabilità, deduzioni, analisi e sintesi per elaborare strategie.
Bob Hamman, campione del mondo e Manager di SCA Promotions dice: “Il Bridge è una metafora della vita: nella maggior parte dei casi non sai come sia esattamente la situazione intorno a te, ma devi per forza fare qualcosa, e anche abbastanza velocemente. E se sbagli, cosa che capita spesso, devi essere molto rapido ad accettare l’errore e a passare alla prossima smazzata senza rimuginazioni, per non compromettere ulteriormente il rendimento.”

I punti di forza di questa attività

  1. Chi gioca a bridge è più incline ad applicare comportamenti cooperativi per via del lavoro di squadra. Insegna il dialogo e la comunicazione.
  2. Impone il rispetto e l'osservanza di precise e inderogabili regole etiche e di gioco: in questo modo insegna il rigore morale e educa chi si avvicina a questa disciplina.
  3. Aiuta l’aggregazione, la socializzazione, l’incontro e l’amicizia.

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